Il rischio antropico sul patrimonio culturale è purtroppo ancora una minaccia molto frequente che può danneggiare anche in maniera irreversibile gli asset coinvolti. Quando parliamo di rischio antropico, ci riferiamo a tutte quelle azioni focalizzate a danneggiare in maniera diretta e volontaria gli asset di un museo.
In termini pratici, ai fini di un’analisi dei rischi, quando si parla di rischio antropico ci si riferisce a una serie di minacce specifiche, tra cui furto, vandalismo, terrorismo, conflitto armato, ingresso non autorizzato.
Il caso specifico del conflitto armato
Nei casi particolari di musei che si trovano in zone di guerra o con gravi disequilibri socio-politici, le singole istituzioni purtroppo hanno un ruolo marginale nella protezione del patrimonio culturale. Le misure di mitigazione del rischio che possono essere attuate in questo caso sono molto poche e poco efficaci se non sono supportate da una gestione del problema e dall’intervento pratico da parte dei governi nazionali, delle organizzazioni internazionali e umanitarie.
Le azioni di mitigazione del rischio antropico
Per quanto riguarda gli altri rischi, è possibile mettere in atto alcune contromisure specifiche che permettono all’istituzione di proteggersi e di ridurre significativamente la probabilità di accadimento di queste azioni. Di seguito ne vedremo alcune.
All’esterno dell’edificio
Per eseguire un controllo efficace della capacità di resistenza di una collezione al rischio antropico, è bene partire dalla condizione esterna, per poi passare all’edificio, per poi concentrarsi, infine, sulle strutture di protezione dei singoli asset.
Un semplice accorgimento da implementare all’esterno per proteggere gli asset museali è installare, e manutenere frequentemente, una protezione perimetrale dell’edificio. Per protezione perimetrale si intende qualsiasi struttura o dispositivo che rappresenti una prima barriera di ingresso nell’area dell’edificio. A questo scopo possono essere usati muri, cancellate e recinzioni, sensori di movimento, telecamere, e molto altro. Spesso queste misure hanno anche uno scopo deterrente e disincentivano i comportamenti criminali.
Un accorgimento fondamentale per la protezione dal rischio antropico da attuare all’esterno dell’edificio è quello di effettuare dei controlli frequenti delle strutture esterne e di eventuali rotture o danneggiamenti. Infatti, danneggiamenti nella cancellata, nelle porte, nelle finestre, potrebbero facilitare l’ingresso non autorizzato all’interno dell’edificio.
Infine, se possibile, sarebbe bene fornirsi di un sistema di sorveglianza elettronico, con telecamere a circuito chiuso. Attenzione però: ci sono spesso casi di istituzioni che, pur avendo un sistema di telecamere, non dispongono di personale preposto al controllo delle immagini oppure non eseguono una manutenzione frequente dei dispositivi. In entrambi i casi, l’efficacia del sistema di controllo viene minata, al punto di non essere considerabile come contromisura attiva. Inoltre, soprattutto per permettere un corretto utilizzo delle telecamere esterne, è bene che tutta l’area interessata venga propriamente illuminata.
All’interno dell’edificio
Il primo accorgimento per evitare l’ingresso non autorizzato di persone all’interno di un edificio è ovviamente quello di predisporre un sistema di allarme anti intrusione che protegga tutte le aperture verso l’esterno. Per un museo, la cui prerogativa è quella di essere aperto e visitabile, è impossibile però impedire l’ingresso di persone dall’esterno negli orari di apertura al pubblico. Per questa ragione, è fondamentale proteggere con l’aiuto di un sistema di allarme anche tutte quelle aree che rappresentano un potenziale bersaglio per le azioni criminali, come i depositi di opere d’arte, i caveau e gli uffici del personale. Infatti, per una migliore protezione delle opere e dei documenti secretati di un museo, è consigliabile sempre prevedere una compartimentazione del sistema di allarme. In questo modo, il sistema può essere attivato e disattivato solo in determinate aree del museo, garantendo una maggiore sicurezza per tutti quei luoghi in cui non è previsto l’ingresso del pubblico.
Per una più efficace gestione delle emergenze antropiche, sarebbe bene predisporre alcuni accorgimenti soprattutto nell’area di ingresso al museo. In particolare è bene illuminare bene la zona di ingresso e sorvegliarla sempre, con telecamere o con l’impiego di forze di sicurezza. Inoltre, un dispositivo molto utile è il panic button, un pulsante posto solitamente sotto la cassa che, se premuto, dà subito l’allarme alle forze dell’ordine di un’intrusione o di un’azione criminale che sta avvenendo all’interno del museo.
In ogni caso, anche in mancanza di dispositivi tecnologici di sicurezza, l’accorgimento che più permette di prevenire e gestire questo tipo di minaccia è la formazione e il training del personale interno. Essere capaci di riconoscere una persona o un comportamento pericoloso, essere in grado di prevedere possibili azioni criminali e sapere come gestire questo tipo di situazioni, può davvero fare la differenza.
I dispositivi di protezione delle opere
L’ultimo livello di protezione è quello rappresentato da tutti i dispositivi che proteggono direttamente le opere d’arte. Anche in questo caso, ci sono un’enormità di dispositivi che possono essere utilizzati per questo scopo. Per citare alcuni esempi, si possono utilizzare dei ganci bloccanti che impediscono lo smontaggio di un’opera, delle teche antisfondamento, dei rilevatori di movimento posizionati nelle vicinanze dell’opera, e così via.
Anche in questo caso, moltissimi dispositivi magari di per sé non molto efficaci per la protezione delle opere, possono essere utilizzati come deterrenti e scoraggiare qualsiasi azione potenzialmente pericolosa per quell’asset.